Vediamo oggi la definizione di angoli complementari, quali sono le caratteristiche e in quale spazio si collocano nella classificazione degli angoli. Rinfreschiamo un attimo la memoria per quanto riguarda gli angoli notevoli che vanno presi in considerazione poiché fondamentali oltre all’angolo ad ampiezza 0°: c’è l’angolo retto, ovvero l’angolo ampio 90°; c’è l’angolo piatto, ovvero l’angolo ampio 180°; c’è l’angolo giro, ovvero l’angolo di 360°.
Tenendo bene a mente questi angoli fondamentali sarà più semplice capire la definizione e le caratteristiche degli angoli complementari.

Angoli complementari: tutto quello che c’è da sapere

La definizione di angolo complementare è la seguente: due angoli acuti sono tra essi complementari se la loro somma è pari ad un angolo retto, ovvero se la loro somma è pari a 90°. Analogamente si può anche dire che, dati due angoli α (alfa) e β (beta), α è angolo complementare di β se la somma delle loro ampiezze fa 90°.

Ponendo un angolo α e un angolo β per essere definiti complementari devono rispettare la seguente formula:

$$α + β = 90°$$

Data la definizione è automatico che i due angoli complementari debbano essere acuti, ovvero minori di 90°, poiché altrimenti sarebbe impossibile ottenere una somma di 90°.

Angoli complementari: esempi

Vediamo qualche esempio di angoli complementari:

$$45° + 45° = 90°$$

$$85° + 5° = 90°$$

$$28° + 62° = 90°$$

Tutte le coppie di angoli la cui somma non fa 90°, quindi, non sono coppie di angoli complementari.
Perché si ha la necessità di classificare gli angoli complementari? In geometria piana c’è un caso particolare nel quale ci si trova ad avere sempre a che fare con con coppie di angoli di 90°; stiamo parlando degli angoli acuti di un triangolo rettangolo. In un qualsiasi triangolo rettangolo, infatti, escludendo l’angolo retto la somma degli altri due angoli acuti interni è necessariamente di 90°.